Sono un lettore appassionato dei nostri quotidiani locali e le interviste che di tanto in tanto questi riescono a regalare ai propri lettori sono quanto di più interessante ed utile io trovi per rimanere aggiornati ed informati sulla vita pubblica della Lucchesia.
Le interviste al presidente di Ascit Maurizio Gatti, per entrare nel merito,non sono nemmeno così rare, anche se sui contenuti delle dichiarazioni rilasciate, spesso ho sentito delle smentite seccate dello stesso Presidente, sempre informali e mai a mezzo stampa. Chissà, ci chiediamo a Montecarlo, se anche per l'intervista rilasciata ad un quotidiano locale sabato scorso si corra il rischio di aver frainteso la domanda del giornalista o la risposta di Gatti, sebbene entrambe siano abbastanza chiare e poste in un italiano corretto.
Si parla della grande sperimentazione della Tia puntuale che in ottobre Ascit promuoverà su parte del territorio del comune di Capannori, si narra di svolta epocale, si evocano speranze e grandi prospettive per la bolletta del cittadino, si informa di incontri al vertice con assessori e, qui la sorpresa, di come un solo comune dei sei che sono in Ascit avrebbe, cito testualmente, "dato disponibilità a finanziare il progetto di fattibilità".
Trovo curioso che una svolta così rivoluzionaria, dagli effetti taumaturgici per l'ambiente e le tasche dei cittadini, abbia trovato sordi e silenti amministrazioni ed amministratori sempre tesi al meglio per le rispettive comunità, o pecco forse di modestia considerando virtuosi i miei colleghi?
Ebbene, mentre alcuni colleghi hanno già detto la loro, al sottoscritto si rende necessario raccontare un'altra storia. Quella di un piccolo comune, come altri presenti in Ascit, che ha sempre fatto la propria parte collaborando fattivamente con l'Azienda sotto tutti i profili concernenti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e partecipando fattivamente alla vita dell'azienda. Un impegno, reciproco, ripagato dai risultati che hanno posto quest'anno, cito solo un esempio, Montecarlo tra i primi otto comuni toscani per la percentuale di raccolta differenziata.
E proprio sulla scia di questa virtuosa collaborazione il comune di Montecarlo,da sempre interessato per i suoi risvolti alla pratica della tariffazione puntuale e cioè l'adesione letterale al decreto Ronchi per cui dovremmo ciascuno pagare per la quantità di rifiuto che produciamo, ha chiesto, sin dai primi ragionamenti in tal senso in Ascit, di poter valutare una sperimentazione sul proprio territorio di questa pratica già avviata nel nord Italia.
Per la precisione sono quattro le lettere partite dal protocollo dell'Ente che, a partire dalla prima in data 19 gennaio 2011, attendono ancora una risposta formale da Ascit circa la disponibilità di Montecarlo a valutare quanto necessario a questa sperimentazione richiedendo incontri e confronti in merito. Del 16 aprile è il primo sollecito ad un riscontro della prima nota, del 20 giugno il terzo sollecito a rispondere e del 12 settembre l'ultimo tentativo di avere un responso.
Quatto lettere a firma di un Sindaco e di un assessore, assai pazienti come si evince, cui non è seguita la benché minima risposta formale. Per nove mesi non si risponde ad un Sindaco, quindi ad un Comune e ad una comunità offendendola, ma si non si fatica ad incontrare come si legge sulla stampa gli assessori di altri comuni.
La pazienza, come tutte le cose, ha un limite e lo stesso vale per l'amministrazione comunale di Montecarlo che abdica alla condotta costruttiva e non polemica che si è posta fino ad oggi. In nessun modo un amministrazione diverge da un'altra, a prescindere dalle dimensioni geografiche, dal numero di abitanti o dai profili umani e politici degli amministratori, tanto più in Ascit dove a monte delle quote in possesso da ciascun Comune non esistono primi della classe ma soci che siedono allo stesso tavolo nel definire la condotta e la vita dell'azienda e dove nessuno può accettare di essere trattato o decidere di trattare l'altro alla stregua figlio di un dio minore. Lo rammenti il Presidente Gatti e con lui ogni socio di Ascit perché Montecarlo esige non solo la cortesia di una risposta dall'azienda ma l'attenzione dovuta alla sua comunità, ne più ne meno. Se poi Ascit o il suo attuale Presidente hanno "preferenze obbligate" per gli enti di maggiori dimensioni questo è un problema da sciogliere al più presto nel rispetto di tutti i soci, perché sicuramente ai montecarlesi gli obblighi piacciono poco, anzi nulla.
E se questo modo di fare fosse l'anteprima della vagheggiata "grande piana" chiamata a gestire politiche e servizi, ebbene Montecarlo che si era dichiarata favorevolissima se ne chiama invece fuori seguendo altrove i già peraltro chiari dettati della legge sulle gestioni associate.
Montecarlo è al tavolo di lavoro da nove mesi ad aspettare un incontro concreto per rispondere unicamente al suo compito, ovvero amministrare nell'interesse dei suoi cittadini. La porta è aperta ma ancora per poco, ad Ascit con il suo Presidente decidere: o essere lo strumento di tutti oggi o esserlo domani di nessuno.
Vittorio Fantozzi
Sindaco di Montecarlo
Nessun commento:
Posta un commento